sábado, 13 de junio de 2020

Appunti della lezione

Lezione on line / M.L.L. LEZIONE 16 NOVEMBRE 2018 Si può cantare senza fare sforzo, si può salire con la voce senza fare sforzo, si può toccare gli altri con la propria voce, senza fare sforzo. La mandibola deve essere sempre disponibile a scendere, ad abbassarsi, ad essere morbida per dare la disponibilità, la possibilità alla lingua di mettersi piatta, di appoggiarsi sui denti inferiori. Questo rende il palato morbido e dà la possibilitù al suono di accedere direttamente alla maschera, dando spazio al suono. Sbadigliare è un buon esercizio, è il segnale che la gola è aperta e il suono può passare facilmente verso l’alto, attraverso il palato morbido. Questo è lo spazio per far riposare la voce. Così la maschera vibra e questo è il principio della libertà di cantare con facilità, senza sforzo. L’inizio di ogni nota va pensato nella maschera, cioè nella fronte, il suono non lo si emette verso l’esterno, perché il suono è già all’esterno, lo si va a prendere e lo si canta. Il petto deve essere aperto e rilassato per permettere al suono di andare verso l’alto. Se il petto si chiude il suono non sale. La paura di affrontare una nota più alta può chiudere il petto e imprimere sforzo nel canto. La nota non deve esplodere, ma deve essere accolta con tenerezza e dolcezza. Per cantare le note alte basta un filo di aria verso l’alto. Il canto può mostrare la bellezza dell’anima. Nelle note gravi il respiro va appoggiato nella parte posteriore del costato e va emesso con leggerezza, senza sforzo, per permettere alla voce di brillare. Le note alte si possono fare con facilità se il suono viene prodotto nello spazio fuori di sé e non prodotto dentro di sé. Un trucco consiste nel fare un suono “finto”, come la vocina di una bambina, come un gioco, in modo che non c’è sforzo, non c’è gravità. La vocina “finta” da bambina – un po’ come quella dei cantanti castrati del 1700 come Farinelli – serve come esercizio per imparare ad accedere senza sforzo, con leggerezza, alle note alte, agli acuti.

lunes, 8 de junio de 2020

Tener voz

Tener voz en algo significa tener participación, tener presencia.Claro que, depende de cómo sea esa voz, será escuchada o no...Entonces al explorar sobre la propia voz se descubre las posibilidades de la presencia. Como muchas veces he dicho, cantar es inherente al ser humano y su ser cultural.Aprender a cantar es entonces aprender a usar un instrumento que nos es propio por ser parte de nuestra cultura. Aunque el objetivo no fuese cantar es a través del canto que enseño y ayudo a las personas a encontrar la "voz propia" la que nos une y nos diferencia. Pongo en juego los mas de 25 años de estudio para habilitar el encuentro con la voz. La experiencia de enseñar es un estudio permanente...A veces pienso el título de un libro posible que se llamaría: Enseñar, el arte de aprender al otro...